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La Zoom Diplomazia Europea

Era l’estate del 2015 quando il presidente del consiglio europeo Donald Tusk costrinse Angela Merkel e Alexis Tsipras a trovare un accordo sulla crisi greca senza fuggire dal meeting e dalle loro responsabilità. Una formula che si chiama negoziato a oltranza come quello messo in campo nella base militare di Dayton negli Stati Uniti tra Milosevic, Tudjman e Izetbegovic, i tre presidente delle repubbliche ex jugoslave determinanti per la fine delle ostilità nella guerra di Bosnia. Furono 21 giorni di “reclusione” poi uscirono con il famoso accordo di Dayton che ancora è vigente. Probabilmente non era il migliore, ma fu l’unico possibile.

Trovare un accordo senza darsela a gambe è l’atto di coraggio che venne richiesto in entrambi i casi. La Zoom (dal noto programma per meeting virtuali) Diplomazia messa in campo in questo periodo di coronavirus tra i leader, i ministri e gli eurodeputati rifugge da questo sintomatico propulsore di accordi.

Rimandare potrebbe diventare la regola e per i 705 eurodeputati potrebbe diventare invece una farsa considerando le 24 lingue ufficiali dell’Unione Europea che non potranno essere tradotte e pertanto tutto verrà veicolato attraverso una lingua extra unione, l’inglese.

La prossimità geografica del computer del leader ospite del suo stesso “salotto ufficio” dovrebbe però dare un impulso a quel sentimento di vicinanza ai suoi cittadini non distanti migliaia di chilometri (tranne per i belgi) se i meeting fossero fatti in presenza a Bruxelles.

La zoom diplomazia potrebbe quindi sostenere una vicinanza passionale ma meno perentorietà protocollare considerando la mancanza degli occhi, della stretta di mano e della presenza.

Dovremo e dovranno abituarsi, poi valuteremo.

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.