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Guatemala e Tunisia: Rotte migratorie e Rivolte sociali

Non importa che tu sia nel Mediterraneo o nei Caraibi. Fuggi!

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La Tunisia e il Guatemala sono due paesi lontani, ma legati da un disperato destino.

La Tunisia brucia e numerosi arresti sono stati effettuati. Moltissimi giovani sotto i 25 anni protestano perchè hanno fame nel senso letterale del termine.

Una protesta che ha preso vita nel decennale della Rivoluzione il 14 gennaio contro la condizione – socio economica di un paese al collasso. La peggiore crisi economica dall’indipendenza ottenuta nel 1956.  La collera dei giovani è senza connotazione politica e religiosa: chiedono solo dignità e futuro.
 
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il filo rosso con le primavere arabe
C’è un filo rosso con le rivolte del 2011 perchè le cause profonde non sono state ancora affrontate. Da anni si scende in piazza in Tunisia, nel 2016, nel 2018 e oggi, tutto si sta protraendo perchè il governo non presenta qualcosa di deciso per combattere le questioni aperte.
 
Si protesta anche per il tasso di disoccupazione giovanile oltre il 35%. Tunisi, la capitale, sta affrontando una profonda crisi economica e la disoccupazione in città si attesta al 15%, ma nelle zone depresse del paese e della capitale intorno al 30%.
 
Inoltre una grossa fetta dell’economia è informale, vive di espedienti giornalieri che con la crisi dovuta alla pandemia ha acuito le sofferenze della popolazione.
 
Guidano le rivolte di questi giorni giovani tra i 15 e i 25 anni  cominciate a citè ettadhamen un quartiere sovrappopolato di Tunisi dove il 62% degli abitanti vive in povertà estrema.
Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio! Citè Ettadhamen come nel film L’Odio.
La violenza è esplosa contro le diseguaglianze regionali che condannano i giovani alla povertà e all’emarginazione: una generazione che aspira alla libertà e allo sviluppo si ritrova a ricevere malessere sociale.
 
Un meccanismo che produce un’escalation di radicalizzazione delle rivolte in strada e negli ultimi giorni ha portato a più di 1.000 arresti.
 
Con 11 milioni di abitanti la Tunisia ha un ruolo chiave nel Mediterraneo ed è l’unica nazione ad aver istituito la democrazia dopo le Primavere arabe. Ma il debito pubblico è al 75% del PIL e un estremismo islamico preoccupante si è diffuso con 33 mila tunisini che si sono uniti allo Stato Islamico.
il tesoro di ben alì
A tutto questo si aggiunge ancora Ben Ali, l’ex dittatore estromesso con le primavere arabe che avrebbe nascosto in Svizzera sono 320 milioni di dollari. Soldi che farebbero comodo, ma dopo la rivoluzione nessuno dei 5 governi e i 3 presidenti ha fatto nulla sui beni di Ben Alì. Il 19 gennaio è scaduto il termine con la Svizzera che ha prorogato di una settimana la possibilità. In Tunisia si protesta anche per questo.
 
L’instabilità sociale con le proteste di massa degli ultimi giorni e il clima di claustrofobia da miseria avrà ripercussioni anche sui 3.500 italiani che vivono lì e sulle 871 aziende italiane in Tunisia che creano 68.000 posti di lavoro. Gli sbarchi in Italia si sono quadruplicati dal 2019.
 
A testimonianza dell’intensa attività tra le due sponde del Mediterraneo la Tunisia ha un accordo sui rimpatri ed è l’unica nazione insieme all’Egitto.
 
Ma se non hai da mangiare: scappi!
i carovanieri del centro america
I novemila carovanieri che dall’Honduras sono diretti negli Stati Uniti, sono l’estrema sintesi del centro America. Sono bloccati in Guatemala: il primo muro.
 
Fuggi che ti passa! Foto: ABC news
Una migrazione climatica, l’Honduras è stato devastato da due uragani un anno fa: Ota e Leta  che lasciato sulla strada in 1 milione di persone. La ferocia dell’intemperie ha distrutto quasi tutte le infrastrutture. Quelle di Guatemala, dell’Honduras di El Salvador sono economie basate sulla monocultura e sulle rimesse degli emigranti.
 
Una condizione sociale statica senza premesse di emancipazione. Accatastati in un istmo di terra condannati alla povertà e all’indigenza di una miseria assoluta e alla violenza inaudita.
il giardino di casa lasciato incolto
Questi paesi governati nei decenni da esecutivi impresentabili sono stati avviluppati in sè stessi nella totale mancanza di una regia che potesse prevedere per queste popolazioni una strategia di sviluppo che non fosse la coltivazione di banane.
 
Il giardino di casa statunitense non coltivato anzi lasciato nel totale abbandono crescono corpi vivi diretti verso la dimora stanchi di abitare sugli alberi.
 
I carovanieri cresciuti di numero lungo il cammino hanno un odore acre di disperazione e coraggio. Una volta pagavano i coyote per farsi portare verso la soglia della Casa statunitense. I coyote sono gli sherpa del centro America che invece di scalare le montagne ascendono gli scalatori verso la vetta del Capitalismo. 
 
Tunisia e Guatemala: non importa che tu sia nel Mediterraneo o nei Caraibi. Fuggi!
 

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.