Un regista naturalizzato britannico in un film degli anni Ottanta aveva messo in scena un reclutamento per il Vietnam dove il colonnello Hartman diceva ad un soldato:
“In Texas nascono solo tori e checche! Te l’aria del toro non ce l’hai per niente e quindi soldato il cerchio si restringe”.
In Inghilterra più o meno nascevi o Tories o Labour, fino all’altro ieri perchè la massa non conosceva altro; ora il cerchio si è ampliato.
In Inghilterra si è votato per 246 consigli comunali e mentre nel 2016 l’80% aveva privilegiato le classiche compagini governative come Tories e Labour, oggi gli inglesi scelgono i LibDem o i Verdi, dei chiari partiti pro Europa. I conservatori hanno perso oltre 480 seggi e i Laburisti 80.
La Scozia e Londra non hanno partecipato all’evento e i territori interessati non sono li stessi del 2016, ma il segnale è evidente e forte di un cambiamento anche in zone dove i laburisti erano padroni come nei comuni del nord.
Gli ondivaghi atteggiamenti Corbyniani verso la Brexit hanno suscitato molta confusione e non sono stati molto capiti, in virtù della conoscenza del personaggio tanto deciso quanto incerto nel pronunciarsi contro o favore di una soluzione per questo importante appuntamento.
Dal 29 marzo siamo passati al 31 ottobre dopo che gli inglesi hanno atteso quasi tre anni una decisione saggia e definitiva di lasciare l’Unione dopo un voto popolare certamente divisivo, ma pur sempre derivante da un volontà collettiva di chiaro stampo Rousseauniano.
Comunque Farange, ex leader del partito UKIP anti – UE , e i nuovi organi del nascente partito Brexit Party si sfregano le mani tanto quanto quelli del ChangeUK favorevoli ad un nuovo referendum per cercare di rimanere incollati all’istituzione continentale. Sarnno loro i veri protagonisti britannici dei pochi mesi che rimarranno nell’UE.
Pensare che Charle De Gaulle non aveva mai considerato i sudditi di Sua Maestà degli europei…
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