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Geopolitica Europea

La Spagna sospende i diritti a Ceuta. Perché?

É un brandello di Unione Europea in terra d’Africa. Per alcuni africani è un miraggio. Per Madrid e Bruxelles è un muro da difendere.

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La sinistra italiana ha sempre pontificato il governo Sanchez. Un esecutivo socialista che pensa e agisce di sinistra. Ci sono post e video di ogni tipo per celebrare la coalizione tra Podemos e il partito socialista spagnolo. Ora giù la maschera.

I voti lo sappiamo dove si prendono. Si prendono pensando e agendo con la mano destra quando si parla di migranti. Tutta l’Europa è paese!

Ceuta è stata da sempre il luogo d’incontro di Europa, Africa e il mondo arabo.

Dalla mitologia antica era considerata una delle colonne d’Ercole, la fine del mondo conosciuto che coincideva con il Mediterraneo.

Per il governo spagnolo è una Ciudad Autònoma de Ceuta una delle due, insieme a Melilla, che si estende sul territorio del Marocco.

Secondo una parte dell’opinione pubblica e del governo marocchino è un residuato del colonialismo che la Spagna dovrebbe restituire a Rabat.

Per migliaia di migranti che provengono dall’africa occidentale e sub sahariana è solo un miraggio, il primo minuscolo brandello di Unione Europea a portata di mano.

BENVENUTI A CEUTA

A Ceuta vivono circa 85 mila abitanti su un’area di 18 km quadrati ed è la città dove periodicamente si mettono alla prova misure e limiti di politiche europee sull’immigrazione.

Nella seconda metà degli anni novanta, il governo spagnolo in collaborazione con l’Unione Europea crea un centro di accoglienza temporanea per i migranti. Costruisce un muro alto sei metri per circondare il perimetro cittadino così da evitare il flusso indiscriminato di migranti in cerca di asilo.

Da allora Ceuta si trova al centro del panorama delle migrazioni transnazionali e di periodiche contese tra la Spagna e il Marocco che pattuglia i confini. Di tanto in tanto, però, in corrispondenza di tensioni tra Madrid e Rabat, quest’ultimo decide di allentare la presa.

Nel 2019 con l’aiuto di Bruxelles, la Spagna finanzia ulteriori misure di sicurezza per il valore di 18 milioni di euro.

Dal 2014 a oggi, il Marocco a ricevuto complessivamente 33 milioni come fondi per la cooperazione e lo sviluppo e fino al 2027 questa cifra potrebbe raggiungere i 3,5 miliardi di euro.

Oltre al beneficio reciproco nell’aumento di scambi e contatti, su questi accordi aleggia sempre la minaccia di allentare i controlli intorno a Ceuta e Melilla.

8 MILA ASSALTANO UN MIRAGGIO

8 mila persone in due giorni sono arrivate a Ceuta e 5.800 sono state riprese velocemente dal Marocco. Tutto ciò è inquietante.

Una piccola parentesi. Negli ultimi mesi, 22.000 persone sono arrivate alle Canarie. Una rotta aperta nel 2006 dalla Mauritania, 3 giorni e 3 notti in piroga nell’Atlantico poi gli accordi con gli stati costieri e pattugliamenti aerei spagnoli hanno calmierato flusso verso il muro della Fortezza Europa.

A Ceuta, senza cibo, stanchi e senza poter andare da nessuna parte tanti migranti si sono arresi e sono tornati indietro. Sono tornati in Marocco denunciano le ONG presenti sul posto (la testimonianza è stata raccolta dal programma radiofonico Nessun Luogo è Lontano di Radio 24).

Il covid ha colpito molto forte in Marocco e nell’Africa sub – sahariana. Gheddafi poi Erdogan e il caos libico, il ricatto dei paesi intorno al bacino del Mediterraneo si alimenta. Un ricatto che durerà a lungo. Con Marocco, Libia e Turchia, l’Europa ha deciso di stringere accordi e sganciare moneta sonante come unica via per difendere la fortezza.

Sanchez grida all’assalto “un attacco alla frontiera spagnola da parte del Marocco”. L’attacco non è avvenuto con l’esercito, ma aprendo i propri confini e aumentando la pressione migratoria:

“Il Marocco ha l’incarico ufficiale di controllare i confini meridionali della Spagna e ha le chiavi per aprire e chiudere il confine.”

Si apre e si chiude negli ultimi anni per ottenere concessioni da Madrid sotto forma di fondi europei per il controllo migratorio, di accordi di pesca con l’Unione Europea o, come in questo caso, di cercare un appoggio diplomatico nel conflitto nel Sahara occidentale. Tutto alla luce del sole.

Nel mezzo ci sono i disperati.

Il governo Sanchez ha optato per il push back, dei respingimenti massivi dai contorni legali incerti.

8 mila persone sono entrate in Spagna in due giorni e sono state respinte 4 mila in poche ore bypassando qualsiasi tipo di diritto d’asilo, leggi internazionali, nazionali e europee. Questo è Sanchez, ossia la sinistra di governo. Tutto ciò è inquietante!

Chi celebra Sanchez non è un pontifex dal latino costruttore di ponti, ma è un costruttore di muri.

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.