Olaf Scholz, nuovo cancelliere tedesco, è nato lo stesso giorno di Ernesto “Che” Guevara, il 14 giugno. Ha visto la luce esattamente trent’anni dopo il rivoluzionario argentino in Bassa Sassonia a Osnabrück, terza città del land dopo Hannover e Braunschweig. Un clima molto più ostile rispetto a Rosario in Argentina.
Cosa ci incastra questo con l’esecutivo tedesco? Forse nulla o forse qualcosa vorrà dire essere nati lo stesso giorno del Che.
Io ci credo perchè fin dall’età di dodici anni ho avuto affisso nella mia cameretta un poster di Che Guevara. Sapere che il cancelliere tedesco festeggia il suo compleanno il 14 giugno mi conforta.
Detto questo Olaf Scholf ha dato vita al governo con una coalizione semaforo: rosso, giallo e verde ovvero sia Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD), Partito Liberale Democratico (FDP) e i Verdi (Die Grunen).
Un asse che converge nell’Atlantico le sue visioni e nel liberalismo britannico la sua realtà.
I tre leader sono tutti nel governo nella pura geometria tedesca: Scholz è il capoccia (SPD), Lindner (FDP) all’Economia e Baerbock (Die Grunen) agli Esteri.
Vice cancelliere è Habeck storico Verde tedesco e spin doctor di Annalena Baerbock.
L’accordo è contenuto in 177 pagine e 52 mila parole. La linea di fondo è composta da promesse modernizzatrici. Queste includono una revisione dell’arcaica legge sulla cittadinanza tedesca, snellimento della burocrazia, riforma elettorale per restringere il gonfio Bundestag, implementazione della legge sui diritti civili di gay e transgender e la legalizzazione dell’erba da fumare.
L’anima green dell’accordo è quella di mantenere il limite del globale surriscaldamento sotto l’1,5 gradi secondo le indicazioni delle varie conferenze sul clima. Per fare questo i Verdi hanno voluto fortemente che la rinuncia al carbone come fonte di energia sparisca entro il 2030 e non nel 2038. Tuttavia è un rinuncia simbolica visto che il prezzo sta già uccidendo questa fonte di energia.
La fetta di energie rinnovabili per produrre elettricità dovrà essere entro il 2030 dell’80% del totale. Un balzo dal 65% previsto in precedenza e quasi il doppio di oggi (45%).
Sarà introdotto costituzionalmente il “freno del debito” per limitare la spesa pubblica. Questa misura è fortemente voluta dal Partito Liberale Democratico da sempre a favore dell’austerità. L’auspicio è dimenticare questo passaggio in sede europea. Altrimenti saranno dolori per i paesi del Mediterraneo che hanno confidato sulla pandemia per allargare le maglie della finanza pubblica. Bentornata Germania!
Le relazioni internazionali sono intorpidite da due fattori: il gasdotto North Stream 2 che porta il gas dalla Russia direttamente alla Germania e la rinuncia al nucleare che di fatto legalmente priverebbe il paese di testate atomiche sul suo suolo a meno di deroghe.
Questi due argomenti sono stati cautelativamente affrontati ponendo le questioni nell’ottica del sistema di equilibrio con gli Alleati europei e soprattutto con gli Stati Uniti. Mi avvicino alla Russia col gasdotto, ma mi allontano dalla Cina disgregando la politica di Angela Merkel. Faremo bravi anche in Europa!
Per quanto riguarda i missili invece c’è stato il vecchio stratagemma dell’uso militare in deroga. Tranquilli la Nato c’è!
Il vero anello mancante è la riforma delle pensioni che sta mettendo a dura prova il sistema di welfare tedesco a causa dell’invecchiamento della popolazione. Pochi figli e pochi immigrati e il castello potrebbe crollare.
Di Europa? Manco a parlarne.
L’Europe c’est moi diceva qualcuno! No forse era la France c’est moi, ma fa lo stesso.
L’Unione Europea è fatta a immagine e somiglianza della Germania non scordatevelo!
Come era bella la Germania dell’Est!
Stay tuned!