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Geopolitica Europea Post Elezioni Europee 2019

Il Ritorno dei Figli di Troika: La Grecia al Voto

Era il luglio del 2015 e i greci potevano prelevare dai loro bancomat un massimo di trenta euro al giorno. Non parliamo degli inizi del XX secolo, ma stiamo descrivendo i primi decenni del XXI. I sicari della BCE bussavano alle porte e le risposte date allora sono determinanti per questo voto.

Era il 5 luglio del 2015 quando i cittadini ellenici furono chiamati alle urne per votare al referendum proposto da Syriza, il partito al Governo della sinistra radicale greca:

Dev’essere accettato il piano di accordo presentato da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale nell’eurogruppo del 25 giugno 2015, composto da due parti che costituiscono la loro proposta?

Il primo documento è intitolato “Riforme per il completamento dell’attuale programma e oltre” e il secondo “Analisi preliminare per la sostenibilità del debito”.

NO (non accettato) SI (accettato)”.

 

Partiva così l’avventura di Alexis Tsipras al comando dell’esecutivo di Atene; incominciava con un quesito vago e poco trasparente: un quesito Gattopardiano in grado di cambiare tutto e di non cambiare niente. La prova di forza con l’Unione Europea aveva dei contorni drammatici considerando che all’epoca i greci potevano prelevare dai loro bancomat un massimo di trenta euro al giorno. Non parliamo degli inizi del XX secolo, ma stiamo descrivendo i primi decenni del XXI.

L’orizzonte era apocalittico per uno Stato capitalista del Primo Mondo dove un passo falso avrebbe potuto far scivolare i dieci milioni di ellenici nell’inferno delle fucine di Efesto.

La mitologia ha potuto però attendere così gli Dei dell’Olimpo hanno rimandato la discesa dei greci contemporanei concedendo a Tsipras cinque anni di governo dove non è avvenuto nessun miracolo, ma neanche alcun oblio.

La Grecia non è andata in bancarotta anche se di lacrime e sangue si è nutrita. Una cura medievale che ha messo a dura prova un intero popolo assurto a monito per chi volesse seguire un così funesto esempio.

I figli della Troika sono sopravvissuti e hanno rimesso i loro titoli di Stato sul mercato non meno di un anno fa. Questo evento, passato in quattordicesimo piano su tutte le testate d’Europa, ha posto fine alla guerra contro il capitalismo dei greci. E’ stato un accadimento al pari dell’indipendenza dai turchi compiuta nei primi decenni dell’Ottocento.

Il Capitale finanziario pubblico è tornato vicino al Capitale umano in vesti profondamente mutate. I fianchi di entrambi sono assottigliati e i loro corpi sono smunti e le costole ben evidenti, ma sono viventi anche se scheletrici e deperiti.

Le elezioni europee hanno decretato la fine dell’esperienza di Tsipras, il primo governo pseudo “populista” del continente. Il 7 luglio prossimo i greci si recheranno per eleggere i trecento deputati che prenderanno in mano il paese da piazza Syntagma. Syriza molto probabilmente non vincerà e lascerà lo scettro del potere a Nuova Democrazia, il partito di centro – destra guidato da Kyriakos Mitsotakis.

Il Gattopardo continuerà senza mutazione genetica.

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.