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Boris: l’Esorcista della Brexit

E fu così che arrivò Boris. Un nome dal sapore sovietico di stirpe ucraina derivante da San Borio, principe di Kiev il cui onomastico si festeggia il 10 dicembre. Il Santo è il patrono della chiesa russa insieme a San Gleb.

E fu così che arrivò Boris. Un primo ministro con un nome dal sapore sovietico di stirpe ucraina derivante da San Borio, principe di Kiev il cui onomastico si festeggia il 10 dicembre. Il Santo è il patrono della chiesa russa insieme a San Gleb.

Il biglietto etimologico trasuda di LondonGrad di cui fu fiero servitore come sindaco al tempo degli oligarchi russi stanziati sulle rive del Tamigi. Boris è un personaggio sopra le righe che assomiglia molto alla cultura slava se non altro per le sue uscite a pugni chiusi sui vari personaggi politici.

Possiamo ricordarci di quando era un giornalista dello Spectator e descrisse George W. Bush: “un texano strabico che non sa mettere due parole in fila e incarna l’arroganza americana in politica estera”.

In un altro articolo del Telegraph datato 2007 intitolato “Voglio Hillary Clinton presidente” scrive che l’ex first lady americana “ha i capelli biondi tinti e la bocca imbronciata, lo sguardo azzurro d’acciaio di una infermiera sadica in un ospedale psichiatrico”.

In occasione delle olimpiadi di Pechino del 2008 disse che il ping pong lo avevano inventato i britannici in epoca vittoriana usando un tavolo da pranzo e al tempo si chiamava whif – whaf.

A proposito dei Tory aveva elegantemente dichiarato, in tempi non sospetti, che “devono abituarsi a orge e episodi di cannibalismo come se fossimo in Papua – Nuova Guinea.”

Nel novembre del 2015 in una visita in Medio Oriente come sindaco di Londra, Johnson è costretto a rinunciare alla parte palestinese del suo viaggio dopo una serie di dichiarazioni fortemente pro israeliane.

Nell’aprile del 2016, Boris attaccava Barack (Obama) che esortò i britannici a rimanere nell’UE. A suo parere il presidente americano nutriva “un’ancestrale avversione” per la Gran Bretagna perchè è “mezzo keniota“. Il Kenia, lo ricordo è stata una colonia britannica.

Nel maggio del 2016, nella foga della campagna per la Brexit, l’esorcista Boris si lancia in un ardito paragone storico fra l’Unione Europea e Adolf Hitler. Intervistato dal Sunday Telegraph afferma che l’UE persegue un obiettivo simile a quello del dittatore nazista nella creazione di un sovrastato europeo.

L’apice però lo raggiunge nel maggio del 2016 quando vince un premio di mille sterline messo in palio dallo Spectator per una poesia a proposito del presidente turco Recep Tayyp Erdogan che fa sesso con una capra. Il poema è una risposta alla querela di Erdogan contro un comico tedesco.

Tony Blair ha detto che Boris Johnson è peggio di Salvini. Possiamo certificare che Salvini è un dilettante. Non saprei chi dei due potrebbe parcheggiare le decine di migliaia di auto dell’immenso parcheggio in cui si trasformerà la contea del Kent, dove risiede il porto di Dover, all’indomani dell’uscita senza accordo della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Laddove la Manica diventerà una vera frontiera e i tir e le auto si ammasseranno sui campi del Kent come delle capre al pascolo.

Solo l’esorcista Boris potrà allora estirpare il Male della Brexit.

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.