Questa lotta vi riguarda è un saggio di Albert Camus, scrittore francese, che identifica la lotta contro il nazismo non solo una necessità, ma vero e proprio generatore di forza e una spinta verso il futuro in cui l’Umanità ritorna ad essere ristabilita, ritorna insomma al proprio posto. In Francia molto spesso abbiamo assistito a rivolte degne di una lotta serrata contro un nemico pubblico numero uno.
In questi prossimi mesi potremmo scorgere quella che è stata un’aspra battaglia per molti governi: la riforma delle pensioni. Quando Maastricht e la speranza di vita, hanno deciso di entrare a gamba tesa in questo diritto sociale, più o meno tutte le nazioni dell’Unione Europea hanno in qualche modo allungato l’età pensionabile.
La riluttanza francese ha fatto si che prima Chirac nel 1995 e nel 2003 e poi Sarkozy nel 2010 fallirono in questo intento bloccati da un milione di persone in piazza contro qualsiasi ipotesi di revisione. Macron proverà anche lui.
Il francese va in media in pensione a 60 anni e campa più o meno 83. Dopo i transalpini vengono gli italiani, 62, come gli spagnoli poi i tedeschi, 63, e poi britannici e svedesi, 65. La vie en repos costa al contribuente francese circa il 14% del PIL mentre agli italiani il 16%, ai tedeschi il 10% mentre la media dei paesi OCSE è dell’8%.
I fattori sono molteplici da considerare per questi dati: la dimensione dell’economia, l’invecchiamento della popolazione e la speranza di vita; ma certo è che il Neoliberismo vuole lavoratori e non pensionati per salvare le anime europee.
Ora et Labora.