I nostri mille eroi americani, che abbandonavano i curdi alle fauci di Erdogan, mentre percorrevano l’autostrada M4 avranno sicuramente visto i militari siriani che andavano dalla parte inversa per affiancare i curdi ormai ostaggio dell’unico alleato rimastogli, Assad.
Tornano a sventolare le bandiere siriane su città che potevano essere assicurate a nuovo splendore, come Hasakah, Kobane e Qamishli. Probabilmente avverrà come con De’ra, città ribelle che per scampare allo Stato islamico vendette l’anima all’altro diavolo. Che l’ha mangiata e digerita.
I Chemical Brothers sono di nuovo in pista senza aver fatto troppa fatica, con gli Stati Uniti trumpisti ormai arroccati sul loro soft power di sanzioni e menate del genere, protesi nel nuovo millennio a tradire tutte le cause facendo riarmare mezzo mondo, primi fra tutti sudcoreani e arabi sauditi consci che potrebbe toccare a loro la sorte dei curdi.
Il giaciglio puzzolente in cui quella parte di emisfero boreale si sta stendendo è insieme a Erdogan e ai sui fedelissimi dell’hard power, Assad e Putin. La tregua, o come lo chiamo io il cessofire che deriva dall’inglese ceasefire è di fatto una boiata pazzesca se non altro per come i turchi conducono il conflitto, mandando avanti gli erranti siriani, reduci dei nove anni di guerra, facendo loro assumere la colpa di qualsiasi colpo di fucile o vittima, senza alcuna responsabilità del governo di Ankara, ovviamente.