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Geopolitica Europea

La Francia del Deficit Democratico riscopre la Repressione

Il paradosso dei poliziotti che picchiano i vigili del fuoco intenti a protestare per le strade di Parigi contro le riforme del governo ha posto un ragionevole dubbio sull’opinione pubblica europea.

Cosa sta succedendo?

Gli émeutes francesi persistono ormai da più di un anno a fasi alterne. I gilet gialli, manifestazioni per i diritti civili e poi contro la riforma delle pensione, ma il problema è costituito da una sola mancanza: un vuoto democratico di non poco conto.

Il potere nel paese transalpino viene assicurato con un pugno di voti. Macron ha conquistato la potenza nucleare con il 22% ossia con circa 8 milioni di voti.

Il primo turno è decisivo perché la Le Pen non avrebbe mai vinto anche se ci avessero messo Panoramix come candidato.

Il candidato Repubblicano era troppo compromesso da scandali e malefatte; la France Insoumise troppo a sinistra in un paese per molti chilometri quadrati culturalmente rurale fin dai tempi di Thiers che cannonava i comunardi. Marine Le Pen aveva già sfidato un candidato ricevendo un sonoro sberleffo da Chiraque nel 2002.

Ci sono almeno due cose che colpiscono nell’immagine sottostante: la sparizione del glorioso Partito socialista francese di cui prodigò le gesta Jaurés e la più che rilevante percentuale delle forze di Destra.

Non raccontiamoci la favola di un Macron, presidente di Sinistra. La sua base consensuale è per il 10/15% a destra e per il resto accasata in un pensiero sgangherato di sinistra.

Non ci dobbiamo quindi ammorbare per la repressione. E’ solamente un frutto raccolto dalle elezioni di tre anni fa. L’Assemblée Generale riassume ancor più lo spirito legalitario e poco incline ad ammettere sommosse se non in un’ottica autoritaria e borghese.

Sono finiti i tempi di Said, Hubert e Vince dove chi resisteva erano coloro che non avevano la voce.

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.