Mohsen Fakhrizadeh, era un ex ufficiale delle Guardie della Rivoluzione; era il leader del progetto nucleare degli Ayatollah e girava con la scorta. Era un tipo diverso di bersaglio, molto più importante e protetto rispetto alle operazioni e agli altri omicidi che abbiamo visto in questi anni, come i ricercatori di medio livello uccisi in mezzo al traffico mentre erano al volante della propria auto.
L’omicidio di questo scienziato destabilizza la geopolitica del Medioriente e dell’Asia centrale. In questo articolo cerchiamo di rielaborare alcuni punti chiave per comprendere la vicenda dell’efferato gesto.
Partiamo dal thread di Trita Farsi fondatore del National Iranian American Council.
Riassumo e traduco:
1. Israele (il Mossad) ha assassinato numerosi scienziati iraniani in passato, ma non è mai stato capace di arrivare a Fakhrizadeh.
2. Some Iranian reports claim it was a suicide attack, but the bullet holes in Fakhrizadeh’s car cast some doubt on that.
3. If it was a suicide bomb, then that reduces the likelihood of Israeli operatives carrying out the attack.
— Trita Parsi (@tparsi) November 27, 2020
2. Gli iraniani dicono che è stato un attacco kamikaze, ma non lo sembra.
3. Se lo fosse, renderebbe molto poco probabile il coinvolgimento degli israeliani( ma forse è proprio per questo che l’Iran sostiene che sia stato un attacco suicida).
5. Israel is a prime suspect because of a few factors:
– It has the expertise and capacity.
– It has done it before.
– It has the motivation.— Trita Parsi (@tparsi) November 27, 2020
4. Tuttavia, Israele in passato si è già servita di un’organizzazione terroristica come il MEK, che non disdegna gli attacchi kamikaze.
5. Israele è il primo sospettato per ragioni ovvie: ha la capacità, la motivazione e lo ha già fatto in passato.
non e’ un attacco contro l’iran
6. Il punto interessante è questo:
Non è un attacco contro l’Iran, ma contro la diplomazia di Biden e la volontà di riprendere (per quanto possibile) la distensione dei rapporti USA – Iran iniziata da Obama e sconvolta dall’amministrazione Trump.
7. If Iran sits tight and waits out the Trump presidency, Israel will not have lost much as Trump clearly has either given Israel the green light to attack Iran or at a minimum refuses to impose a cost on Israel for dragging the US to the brink of war with Iran.
— Trita Parsi (@tparsi) November 27, 2020
Israele in questa fase ha poche ragioni per astenersi dall’attaccare l’Iran. Se quest’ultimo reagisse, si andrebbe allo scontro USA – Iran che il premier Netanyauh ha sempre desiderato.
9. Indeed, Tehran’s openness to post-JCPOA negotiations on missiles and other matters will likely diminish if Israel engages in assassinations in Iran or attacks Iranian targets elsewhere – such as in Syria.
— Trita Parsi (@tparsi) November 27, 2020
Gli attacchi servono a rendere più difficile per l’Iran tornare a fare accordi con le potenze Occidentali, se le stesse non condannano gli attacchi che la Repubblica Islamica subisce in patria. L’amministrazione Obama l’aveva fatto. Potrebbero essere probabili futuri attacchi finchè Joe Biden non si affaccerà alla Casa Bianca. Anche se non fosse Donald Trump a incentivarli, non li ostacola apertamente e li accetta tacitamente.
11. We are now in a worse situation for the next +50 days. The main impact of attacks of this kind will NOT be to set back Iran’s program but to render diplomacy for Biden more difficult. Trump will not push back against these attacks – he may even be encouraging and aiding them.
— Trita Parsi (@tparsi) November 27, 2020
Un punto di vista che trova il suo culmine nella CONDANNA che non avviene da parte delle altre potenze Occidentali. I giorni successivi all’attacco non trovano l’indignazione sperata e un successivo tweet disegna in maniera eloquente la situazione:
Countries that have CONDEMNED the assassination of Fakhrizadeh:
EU
UN
Iraq
Qatar
VenezuelaCountries that have CONDEMNED and called it TERRORISM:
Turkey
SyriaCountries that only called for restraint:
Germany
UKCountries that have denied involvement:
Israel…— Trita Parsi (@tparsi) November 29, 2020
congetture sull’attentato
Dalle immagini si vede che qualcosa è saltato in aria – davanti all’auto di Fakhrizadeh – forse per bloccarne lo spostamento. Si vede anche che qualcuno ha sparato con precisione al guidatore. Si vede anche che qualcuno è stato ucciso fuori dall’auto con dei probabili colpi alla testa. É stato trascinato fuori?
Le foto sono dell’agenzia di Stato iraniana, è probabile che alcuni dettagli di questa imboscata non usciranno.
Quando si pensa alle operazioni dell’intelligence israeliana all’interno dell’Iran si deve pensare a un network di agenti che riescono a farsi passare per iraniani – e ci riescono perché sono iraniani.
Ci sono molti possibili serbatoi di reclutamento in Iran, a partire dalle minoranze come i curdi e gli azeri per esempio. Infiltrare un gruppo di fuoco israeliano che individua il bersaglio, lo uccide e poi esce, il tutto facendosi passare per iraniano, sarebbe un incubo logistico. Quel network è sempre là. E’ residente.
b-52 e rassicurazioni agli alleati
Se si va indietro al 2 luglio di quest’anno, alla notizia dell’esplosione dentro il sito di Natanz usato per l’arricchimento dell’uranio, e al 7 agosto – uccisione del numero due di al – Qaida in strada a Teheran – è lecito supporre che si tratti dello stesso network. Più tutto quello che non sappiamo e di cui vediamo soltanto gli effetti in notizie minori, qui e là.
Tre giorni fa il livello di allerta dentro Israele per possibili rappresaglie “da parte dell’Iran e dei suoi alleati nella regione”, come in Siria e in Libano, è stato alzato. Non si sapeva la ragione specifica, adesso si capisce.
Sabato 21 novembre due B-52 americani sono decollati dagli Stati Uniti, hanno sorvolato il Golfo Persico e sono tornati indietro in circa una giornata di volo. E’ stata una missione per “rassicurare gli alleati”, come l’ha definita il CENTCOM americano, e per intimidire l’Iran. L’ultimo spostamento di B-52 nella regione era avvenuto dopo l’uccisione del generale Qassem Suleimani a gennaio.
la trama si infittisce
Queste sono le immagini che pubblica la pagina di instagram del settimanale britannico The Economist la settimana scorsa qualche giorno prima dell’attentato a Mohsen Fakhrizadeh:
L’evento è storico, ma il passaggio sottostante (segnalato in rosso) chiaramente identifica l’argomento: mettere in imbarazzo Biden e dare un avvertimento all’Iran.
Il resto è cronaca o forse storia…
https://twitter.com/matthew_petti/status/1333115034508124162
Foto immagine copertina periodicodaily