“L’ostilità al radicalismo, incessante, implacabile ostilità, è la definizione essenziale del conservatorismo. La paura che i Radicali possano trionfare è la sola causa che il partito conservatore può legittimare per la sua stessa esistenza”.
Lord Salisbury, 3 volte primo ministro britannico conservatore, descrive così la politica dell’antico partito Tory. Edmund Burke, nelle sue Riflessioni sulla Rivoluzione francese, ha puntellato il pensiero Tories attraverso i secoli.
Boris Johnson e la sua cricca nel dopo deflagrazione della Brexit cercano di cambiare le direttive e porsi a capo di un nuovo modo di intendere la coscienza politica.
Le elezioni dello scorso dicembre vinte sulla scia dell’accordo proposto all’Unione Europea ora costituiscono un argine poroso per i nuovi Conservatori. Con la presa del potere ora è in bilico se non addirittura avversato.
NO DEAL
“Il No Deal è un buon risultato per il Regno Unito” Se fosse confermata questa volontà di stracciare il trattato costituirebbe una chiara violazione del diritto internazionale con la conseguenza di ammorbare il confine della pace del Venerdì Santo tra i turbolenti irlandesi a nord e a sud della frontiera.
Un eventuale rigetto delle promesse fatte tra Londra e Bruxelles porrebbe nuovamente la questione dei controlli minando lo status speciale tra l’Eire e l’Irlanda del Nord chiarificato nelle pagine dell’accordo. Un bullismo alla Donald Trump che trova il suo riverbero migliore nelle minacce ai giornalisti della BBC, la televisione di Stato.
La “distruzione creativa” (creative destruction) con un accento sulla distruzione oppure “muovere veloce e rompere cose” (moving fast and Breaking things) con un accento sul rompere sono solo alcune dichiarazioni sulla volontà di attacco dei conservatori.
Un atteggiamento non nuovo per il più longevo partito conservatore del Pianeta. I liberali britannici pian pian non trovano più posto in un partito purgato dei liberali filo europei, ormai scarno, composto da pochissimi iscritti per la quasi totalità uomini cinquantenni, lontano dai 3 milioni di aderenti degli anni Sessanta, trasversali, rigorosi e lingotti della tradizione.
Una prospettiva di Conservatorismo Rivoluzionario che trova spirito acerbo nel braccio destro e sinistro di Johnson rispettivamente Mr. Cummings e Micheal Gove, lettori di Gramsci e Lenin, ma anche attenti osservatori delle menti illuminate britanniche come Maurice Cowling e Norman Stone.
Le sacche di resistenza al No Deal saranno allontanate per rileggere e commentare il pensiero politico conservatore…Rivoluzionario!