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NIGERIA il paese più popoloso dell’Africa va al voto. Un paese più povero dopo otto anni di presidenza Buhari che si presenta alle elezioni esportando per la prima volta insicurezza quando da sempre i militari nigeriani hanno esportato sicurezza attraverso le missioni di peace keeping nel continente (per quanto i soldati siano un mezzo di pace).
L’outsider Obi e gli attempati Aboubakar e Tinubu, quest’ultimo erede di Buhari se la giocheranno il 25 febbraio tra influenze settarie, valanghe di spot elettorali e corruzione. Un sistema elettorale complesso dove vinci non solo se hai la maggioranza ma con il 25% dei voti in almeno 2/3 dei 36 Stati nigeriani. Alchimie di una terra da sempre devota alla magia nera.
FRANCIA Le Droit à la paresse (il diritto alla pigrizia) saggio di Paul Lafargue, socialista di fine Ottocento, argomentava sulla necessità di una giornata lavorativa di 3 ore denunciando la “follia dell’amare il lavoro”.
Citando questo il The Economist vuol far passare il diritto alla pensione e le proteste delle ultime settimane a Parigi affinché non sia riformata l’età pensionabile a causa dei problemi di bilancio, come un tentativo di difesa della pigrizia. Si salva solo nel finale menzionando la complessità del lavoro in Francia dove si lavora in media più dei tedeschi. Tenere sempre alta la guardia signore e signori!
INDIA Il colosso Adani deraglia per il rapporto Hindenburg. Questa società di investimento americana con 413 pagine mette in crisi il capitalismo indiano e lo stesso governo di Narendra Modi.
ISRAELE c’è stata la manifestazione di fronte alla Knesset di migliaia di cittadini per protestare contro la riforma della giustizia voluta da Netanyauh e dal suo governo. L’opposizione chiede il ritiro della legge perchè minerebbe la democrazia. Mi chiedo, ma quale democrazia?