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Quale Vaccino conquisterà il Pianeta?

La corsa geopolitica alla vaccinazione di massa sarà un evento epocale come il Piano Marshall o i patti di mutua assistenza sovietici. Chi sarà il protagonista?

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Sono 12 i miliardi di fondi pubblici secretati per produrre i 6 vaccini candidati ad essere i leader del Mondo; per essere leva per ridisegnare gli equilibri del mondo. Come il piano Marshall. Cina, Russia e Stati Uniti sono ai blocchi di partenza. Quello che il Pianeta sta cercando di evitare è la caccia capitalista selvaggia per una dose.

L’eliminazione delle tutele brevettuali in campo farmaceutico e sulla proprietà intellettuale della preziosa pozione magica potrebbe limare il conflitto per l’egemonia. Qualcuno si è già mosso su questo fronte.

Regno unito e Canada hanno depenalizzato lo sfruttamento del brevetto da parte dei non titolari.

Germania, Israele, Cile, Ecuador hanno garantito la licenza obbligatoria da condividere: obbligano i titolari dei diritti a cederli a chi ne fa richiesta.

Ma lo corsa è già partita!

L’11 agosto 2020, lo Sputnik – V è stato il primo vaccino al mondo contro il COVID – 19. Lanciato dall’istituto Nikolai Gamaleya di Mosca, ha una efficacia del 92% ed è stato iniettato su 40.000 volontari tra cui una delle figlie di Vladimi Putin come lui stesso ha ammesso; 500.000 mila dosi saranno pronte nel mese di novembre e oltre un milione entro dicembre. Il tutto ha un sapore sovietico: le strutture russe e la aziende pubbliche in un concentrato di euforia popolare rivoluzionaria.

Poi c’è la geopolitica degna dei Soviet. Racchiusa in un accordo con l’India per la produzione e la distribuzione dello Sputnik nella più grande democrazia del mondo, che sta facendo rifiorire il periodo dei BRICS (Brasile, Russia, Cina e Sudafrica) sui cui territori saranno prodotte milioni di dosi.

Secondo la Clinical Trial sono 52 i vaccini in fase di sperimentazione. Di questi 10 hanno raggiunto la fase 3:

Stati Uniti:
  • Pfizer Biontech
  • Modern
  • Matrix M1di Novavax
  • AD 26 della Jhonson and Jhonson 
Cina
  • CanSino Biologics
  • Coronavac della sinovac
  • Beijnjing istitute of biological products
Russia
  • Sputnik V del Fondo sovrano russo
Regno Unito e Svezia

Oxford di AstraZeneca

Brasile

Profiscov del Butanthan Istitute 

Quello di Moderna è il vero vaccino Trumpiano: america first. E’ stato dato un grande impulso dell’amministrazione Trump.

“Facciamo il vaccino e poi cerchiamo di influenzare il mondo magari ricattando gli stati più indebitati.”

Questo è quello che sembra pensare la Cina che già detiene il 20% del debito africano. Perdendo la via della seta fisica per questo casino pandemico cerca di implementare la via sanitaria con l’arrivo di mascherina, respiratori e medici ai paesi meno battuti come Argentina, Bangladesh o Indonesia. Duterte, il presidente Filippino ha già fatto sapere che sposerà il Coronovac della Sinovac. Anche il Messico che ha già richiesto 80 milioni di dosi dal colosso Cansino.

Poi abbiamo la terza via: il Covax. Che racchiude in sé la presunta utopia del mondo migliore.

E’ l’iniziativa dall’UE e dell’OMS appoggiata da 170 paesi per produrre 2 miliardi di vaccini con due peculiarità: accessibilità e universalità. Una sorta di risposta multilaterale e globale al potere del vaccino che fa gola a tanti, non solo nella logica dell’approvvigionamento ma anche in quella della distribuzione. La Cina lo appoggia, Russia e Usa no.

Se mal gestito potrà acuire le disuguaglianza tra il mondo con differenze anche nell’immunità. Un mondo diverso non necessariamente peggiore ma non necessariamente migliore anche con il vaccino in campo con nessuno logica da Independence Day, ossia tutti insieme contro un nemico comune.

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.