“QUESTO NON PUÒ ESSERE HEATHROW” confessa piangendo Alaba, autista Uber. La grande sala check – in è deserta e lui guarda la vastità del vuoto. Il mega display mostra gli unici 6 voli giornalieri. Le frontiere sono chiuse. Gli alberghi sono vuoti.
L’anno scorso 6,8 milioni di passeggeri sono passati attraverso il grande aeroporto londinese. Quest’anno sono stati 200 mila. Inutile fare la percentuale.
I voli attraverso l’Europa sono caduti dell’85%. Negli Stati Uniti sono stati registrati 3,2 milioni di passeggeri lo scorso mese di aprile. Nel 2019, nello stesso periodo, erano 70 milioni.
Il turismo è la più popolare e meno controversa forma di globalizzazione. Viaggiare all’estero promette un’infinita varietà di piaceri, da ammirare i canali di Venezia a bere Pinacolada a Goa.
L’industria conta il 7% del PIL globale e da lavoro a 330 milioni di persone. L’intera economia è però in pausa forzata.
I biglietti staccati per visitare l’Angkor Wat in Cambogia sono il 99,5% in meno dello scorso anno e gli innumerevoli lettini per abbronzarsi del Mediterraneo giacciono vuoti.
Cosa succederà quest’estate?
Il turismo tornerà, ma non nella stessa forma. L’industria dei viaggi è cresciuta velocemente negli ultimi decenni e difficilmente si arresterà. Nel 1970 meno di 200 milioni di persone spendevano le proprie vacanze all’estero; lo scorso anno 1,5 miliardi. La crescita della Cina spiega in parte l’incremento.
Expedia ha oltre un milione di hotel nella sua piattaforma. Un’anonima persona dei paesi ricchi può viaggiare in 100 paesi senza i visti mentre erano la metà un secolo fa. 80 paesi inclusi Turchia, Tanzania e Tailandia fanno affidamento per più del 10% del loro reddito nazionale sul turismo.
Il 2020 sarà un anno senza vacanza. La paura del virus manterrà le persone a casa. I viaggi sono già un lusso. Perfino nella ricca Europa, con il suo generoso diritto a farle, tre su dieci resteranno a casa. Qualcuno ha perso il lavoro o ha paura del futuro. La situazione persisterà almeno fino al 2021.
Previsioni non esistono, ma sarà una pausa e non una fine. Dovrà tornare la fiducia e la sicurezza. Difficile fermare “una marea limacciosa” per citare Hippolite Taine.
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Foto Frank Vessia via unsplash