A Parigi quattordici Paesi europei si sono trovati d’accordo nel redistribuire i migranti. Salvini non si presenta e il governo italiano respinge l’accordo. La litania non cambia: Bossi, Fini, Berlusconi e Salvini. La retorica contro gli immigrati paga e quindi meglio essere due di picche in Europa e non turbare l’addomesticato pubblico italiano.
Autore: Gianluca Pocceschi
scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.
E fu così che arrivò Boris. Un nome dal sapore sovietico di stirpe ucraina derivante da San Borio, principe di Kiev il cui onomastico si festeggia il 10 dicembre. Il Santo è il patrono della chiesa russa insieme a San Gleb.
Era il luglio del 2015 e i greci potevano prelevare dai loro bancomat un massimo di trenta euro al giorno. Non parliamo degli inizi del XX secolo, ma stiamo descrivendo i primi decenni del XXI. I sicari della BCE bussavano alle porte e le risposte date allora sono determinanti per questo voto.
Istanbul è lo spartiacque della politica turca. Rappresenta il 20% della popolazione turca, ma quasi il 40% del PIL, la sua conquista da parte dell’opposizione a Erdogan ha un significato simbolico che assume i contorni di una Liberazione.
“Nessuno vuole intervenire negli affari russi. La Russia è un paese molto grande, un paese molto vecchio, un paese molto sgradevole abitato da un numero enorme di persone in gran parte ignoranti con un enorme possesso di armi letali e in uno stato di estremo disordine. Inoltre la Russia è lontana.” Winston Churchill Ivan Golunov, […]