Il settennato di Mario Draghi finirà ad ottobre del 2019. Cosa succederà dopo è difficile prevederlo. Il Presidente della Banca Centrale Europea è l’italiano che più ha influito nella storia d’Italia senza mai sedersi negli scranni della politica.
La storia della politica italiana è sempre stata propagata dalla politica monetaria. Anche la Lira a quota 90, cruccio del Fascismo vedeva l’ossessione della quotazione della valuta a novanta lire per una sterlina. Nel secondo dopoguerra, la spesa corrente è stata la libagione del popolo della Penisola. L’espansione monetaria e la valuta debole sono state le sue sementa.
La Lira italiana ha subito 8 svalutazioni dalla fine degli Accordi di Bretton Woods (fine del sistema Dollar Exchange Standard nel 1973) al momento della sua entrata nell’ Euro del 1999. Questo ha favorito soprattutto le esportazioni. Le chiamavano le svalutazioni competitive.
L’intervento dello Stato nell’economia è stato operato con l’acquisto dei titoli da parte della Banca d’Italia che stampando moneta poteva comprarli per diventare così obbligazionista principale della spesa pubblica. Le Pensioni e la marea dei dipendenti pubblici per creare consenso sono anche frutto delle politiche monetarie della Banca d’Italia.
L’entrata dell’Euro non ha più permesso questo. Il ferreo controllo monetario della BCE esercitato prima da Wim Duisemberg e poi da Jean Claude Trichet si smorza con Mario Draghi che dal 2011 ha apparentemente allentato la morsa restrittiva della politica monetaria europea.
Un esempio su tutti l’aggiramento dello statuto della BCE che vieta l’acquisto dei titoli pubblici dei paesi membri sul mercato primario (ossia non possono avvenire direttamente) ma non pone vincoli di acquisto nel secondario. L’arma usata da Draghi per sedare le speculazioni contro il debito sovrano.
Il Quantitative Easing (QE), l’immissione di nuova moneta nell’economia, aveva l’obbiettivo di essere quel meccanismo di difesa contro le speculazione e a favore di una politica monetaria in grado di supportare il complesso welfare degli Stati ponendosi nell’ottica di rafforzare anche le banche nazionali dei cosiddetti PIGS (Portogallo, Italia, Grecia, Spagna).
Mario Draghi ha ridato un pò di sovranità monetaria europea ed è stato più Mediterraneo che tedesco. Probabilmente nell’ombra ha salvato l’Italia più di ogni altro leader politico. Il Capitale orrendo ma necessario, un padrone Machiavelliano.
Draghi finirà il prossimo anno il suo mandato e con lui il baldanzoso QE. Mostri e Draghi e storie di altri tempi.