Voglio aprire questo articolo con uno schema raffigurante il mercato immobiliare portoghese in cui si evidenzia la particolarità di un’alta speculazione che entra in contrasto con la litania degli elogi provenienti da più parti sul miracolo economico portoghese.
Dal New York Times a Le Monde, da Le Figaro Economie al Financial Times, la stampa ha salutato i frutti dell’opera economica portoghese post – crisi del 2008. Anche la sinistra europea ha apprezzato notevolmente i risultati unici ottenuti dall’esecutivo socialista guidato da Antonio Costa, che sarebbe riuscito a voltare le spalle al dogma liberista.
Ma è proprio così?
Premettendo che sarei disonesto se non puntassi l’accento anche sugli interventi di spesa corrente, come l’aumento delle pensioni più misere e l’aumento del salario minimo che da 465 euro è passato a 600 euro; ma questo non è il punto, perché il drenaggio delle risorse pubbliche a causa di questa sottospecie di aiuto sociale non è assolutamente affiancato da spesa consolidata e quindi gioca di sponda con il liberismo propiziatorio dei consumi, a scapito dei veri motori dei diritti sociali.
Nel gennaio 2019, il primo ministro portoghese ha inaugurato un regime di società immobiliare ispirato al Real Estate Investment Trust, un modello che consente di trasformare gli investimenti immobiliari in investimenti finanziari attraverso una tassazione vantaggiosa. Tutto ciò si va ad aggiungere alla potenza di fuoco illustrata nello schema.
Queste politiche di surroga al diritto alla casa mirano a compensare il bassissimo livello di investimenti del governo Costa. Infatti, dal 1974, anno in cui il Portogallo è tornato alla democrazia, a oggi, i cordoni della spesa per le infrastrutture non sono mai stati tanto stretti come quando i socialisti sono arrivati al potere. Nel 2018 il Portogallo è stato il paese con i più bassi investimenti pubblici della zona euro.
Come denuncia Le Monde Diplomatique:
Le università sono sull’orlo del fallimento; al sistema sanitario mancano le risorse materiali e il personale sanitario. Il gestore pubblico delle infrastrutture ferroviarie ritiene che il 60% delle linee versino in condizioni “cattive” o “mediocri”. L’edilizia popolare rappresenta appena il 2% del parco immobiliare.
La Geringonca, l’accrocco, come viene chiamata l’alleanza del Blocco di sinistra capitanata dai socialisti e sorretta dal Partito Comunista Portoghese e dagli ambientalisti difficilmente potrà reggere dopo le elezioni di ottobre.
Almeno che non cambi nome chiamandosi sì Blocco, ma di Cemento.