Il pavoneggiare della destra europea di fronte all’avanzata di Vox, partito d’ispirazione franchista, alle ultime elezioni spagnole mi ha fatto ritornare in mente una storiella di un certo Carrero Blanco e il volo della sua auto in grande stile oltre i sei piani dei palazzi di via Coello a Madrid.
Era il 1973 e l’eroe designato a continuare il più longevo regime fascista finiva la sua corsa con un’autobomba piazzata sul tragitto verso la Chiesa. Le cause dell’efferato gesto sono da ricercarsi nel decennio precedente. Il dittatore Francisco Franco, detto il Caudillo, nonostante il malcontento sociale decise di attuare una feroce repressione contro tutti i suoi oppositori politici, concentrandosi con particolare accanimento nei confronti della popolazione basca in Euskal Herria.
Dal 1961 fino alla morte del Caudillo, nel novembre del 1975, il paese basco venne sottoposto ben 9 volte allo stato di emergenza nel giro di neanche 13 anni, vivendo un totale di 4 anni e due mesi in condizioni di completa sospensione di ogni diritto civile fondamentale, con un potere di vita e di morte affidato alle Forze di Sicurezza dello Stato.
L’operazione Ogro, orco in italiano, era volta a interrompere il cerchio della prevaricazione franchista levando di mezzo il successore. L’ETA (Euskadi Ta Askatasuna) il gruppo terroristico basco progettò e attuò lo spettacolare attentato.
Al governo (Carrero Blanco era il capo dell’esecutivo) subentrò Carlos Arias Navarro, estendendo a tutti i settori la sensazione che ci si trovasse di fronte all’imminenza di un passaggio di regime. In realtà apparve chiaro che il regime, per sopravvivere, doveva cambiare andando incontro ad una sorta di autoriforma verso una democrazia costituzionale “limitata”. Siamo ancora in questo passaggio, ma la fine di Carrero Blanco ha fatto epoca ed forse è un solido anticorpo contro le formazioni franchiste strampalate.